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Il progresso di una civiltà
antica ed il suo potenziale creativo non si misurano soltanto sui
monumenti, sui reperti archeologici, sugli edifici colossali come
le Piramidi, o sulle conoscenze scientifiche della medicina e dell'astronomia
o sulle sole doti artistiche. Anche attività sociali che potremmo
definire "secondarie" come il gioco ed il divertimento fini a se
stesse possono essere un valido metro di misura del progresso e
della crescita intellettuale di una civiltà. Gli Egizi, un popolo antico ancora oggi sotto molti aspetti all'avanguardia, avevano un passatempo la cui diffusione è paragonabile solo al gioco delle carte da tavolo per l'uomo moderno: il Senet. Benché il bisogno di "ammazzare il tempo" fosse più che altro appannaggio dei più nobili, pare che anche le classi sociali meno abbienti dell'Antico Egitto avessero a disposizione dei momenti di relax - nelle pause di lavoro ovviamente - per dedicarsi a lunghe partite di Senet sull'esito delle quali talvolta scommettevano beni mobili, cibo e soprattutto grano che veniva usato correntemente come unità di scambio monetaria per i commerci. Contrariamente all'ordinarietà di quella che potrebbe essere per noi una partita a "Scala Quaranta", il gioco del Senet rivestiva per gli Egizi anche un'importante funzione religiosa: il movimento delle pedine sulla tavola di gioco infatti, corrisponde al percorso del defunto nell'aldilà ed il successo garantiva al vincitore la rinascita dopo la morte. Era comunque un gioco costruito per sole due persone, ma è logico ritenere che - fuori dai luoghi privati - si tenessero dei tornei ai cui vincitori spettavano forti somme di denaro oppure pane e birra che erano considerati cibi benedetti dagli dèi. Il gioco era particolarmente apprezzato dal Faraone e dalla sua Regina e le regole del gioco venivano tramandate nella famiglia reale di padre in figlio insieme con le strategie più efficaci per vincere l'avversario. Essendo molto importante per la società egizia, esistevano veri e propri tavoli da gioco fatti apposta per il Senet, in ebano e avorio decorato da pietre preziose (turchese, lapislazzuli e oro), e con un finissimo corredo di pedine intagliate con precisione raffiguranti teste di leone, di sciacallo o di ibis. Il loro costo tuttavia era proibitivo e dunque questo tipo di "confezione" era riservato alle famiglie più ricche o al Faraone stesso che poteva commissionarne la realizzazione secondo il proprio gusto. Le tavolette di Senet rinvenute nei vari siti archeologici fanno però pensare ad una maggiore diffusione della versione "portatile": questo significa che quando si allontanavano da casa per gli impegni di lavoro o per viaggiare, presumibilmente gli Egizi si portavano dietro il proprio Senet esattamente come facciamo noi con il nostro inseparabile mazzo di carte. Noi "moderni", conosciamo l'antico gioco del Senet attraverso gli scritti che ci sono giunti dal popolo delle piramidi ed anche grazie alle oltre quaranta tavolette da gioco, con relativi pedoni e bastoncini (usati come dadi), che sono state rinvenute nei vari scavi effettuati in Egitto. La più antica rappresentazione del gioco del Senet è presente a Saqqara nella tomba di Hesy (III Dinastia, 2686-2613 a.C.), ma molte altre raffigurazioni sono visibili in molte altre tombe e monumenti di varia destinazione. Il giovanissimo Faraone Tutankhamon (XVIII Dinastia, 1333-1323 a.C.), era un accanito giocatore di Senet ed amava intrattenervisi a lungo in particolar modo con la moglie Ankhesenamon. Pensate che quando Howard Carter e Lord Carnarvon ne aprirono la tomba, rinvennero nel suo corredo funebre addirittura quattro tavolette di Senet complete ! Chi di noi non ha in casa quattro scatole di Monòpoli? |
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La tavola da gioco è formata da trenta caselle quadrate disposte su tre file di dieci caselle ciascuna. | ||||||||||||
Su questa
tavola i pezzi vanno spostati secondo il movimento del serpente
dunque: - da sinistra verso destra nella prima fila (in alto); - da destra verso sinistra nella seconda fila (centrale); - da sinistra verso destra nella terza fila (in basso). |
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A seconda della difficoltà
voluta e del tempo di gioco che si ha a disposizione, è possibile
giocare a Senet con 5 oppure con 7 pedine per ogni giocatore. Ovviamente
più pedine si mettono in gioco, più difficile diventa sopraffare
l'avversario. Per fare le pedine del Senet, in mancanza d'altro, vanno benissimo delle normali pedine temporaneamente "rubate" dal gioco della Dama, ma se li avete sono da preferire i Pedoni del gioco degli Scacchi poiché più simili nella forma a quelli utilizzati realmente nel Senet. |
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Per stabilire le mosse
si utilizzano quattro legnetti piatti di forma rettangolare con
i due lati opposti colorati, uno scuro e uno chiaro. Il punteggio
viene assegnato contando "uno" per ogni bastoncino "bianco" e secondo
la seguente tabella si può usufruire di un "tiro extra" a seconda
del risultato ottenuto. |
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Per lanciare i bastoncini
consigliamo di tenerli uniti in verticale premendoli tra il tavolo
di gioco ed il palmo della mano rivolto verso il basso e poi lasciarli
cadere dopo aver impresso una leggera rotazione da sinistra verso
destra o viceversa. In alcune versioni si utilizzavano bastoncini con il lato scuro ricurvo e quello chiaro piatto, tuttavia è consigliabile utilizzare quattro bastoncini piatti. Se vi è possibile procurateveli, ma non tentate di sostituirli con dei comunissimi dadi perché guadagnereste in praticità, ma perdereste il piacere di una componente originale del gioco. Importante: non c'è limite al numero di "tiri extra" che è possibile ottenere come risultato dei lanci precedenti. |
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Per stabilire quale giocatore
inizia per primo a muovere ci si può accordare lanciando i bastoncini
e stabilendo che il risultato più alto o quello più basso indica
chi dei due ha diritto di aprire il gioco. Per iniziare il gioco sono possibili due varianti, entrambe affascinanti da provare: |
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a) con 5 pedine per giocatore (consigliata): | ||||||||||||
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b) con 7 pedine per giocatore (un po' più difficile): | ||||||||||||
NOTA BENE: accordandosi prima, le regole illustrate per le 7 pedine possono essere tranquillamente adottate anche per il gioco con 5 pedine e viceversa. Nel gioco con 7 pedine tutte collocate sul tavolo, le pedine
aggiuntive vanno collocate nelle caselle 11, 12, 13, 14. |
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Lo scopo del gioco è quello
di portare in salvo "nell'aldilà" tutti i propri pezzi oltrepassando
la casella n.30. Questo significa che per salvare una pedina questa
dovrà disporre di un lancio sufficiente a raggiungere la casella
n.30 e superarla di almeno 1. Per far uscire una pedina dalla tavola di gioco è comunque sufficiente che questa abbia "soggiornato" almeno un turno nella casella n.30. Eventuali residui di punti movimento possono essere utilizzati per muovere un'altra pedina. Ricordate comunque che: |
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Purtroppo non esistono
documentazioni certe circa le istruzioni del gioco perché non ci
sono giunti papiri o iscrizioni murali che ne spieghino i meccanismi.
Comunque, in base alle traduzioni ed alle interpretazioni più che
affidabili degli storici - nonché al prezioso lavoro dei ricercatori
sui dipinti murari - è stato possibile evincere alcuni frammenti
chiarificatori. La ricostruzione della tavoletta del Senet è dettata dalle informazioni raccolte nella bibliografia di seguito indicata. I geroglifici utilizzati nelle caselle speciali sono una riproduzione, la più precisa possibile, della "tavoletta standard", anche se non tutte le tavolette da Senet riportano la stessa disposizione e simbologia. Per raffigurare i numeri da 1 a 9 gli Egizi utilizzavano singole barrette verticali (1=I; 2=II; 3=III; 6=IIIIII; etc.), oppure insiemi di uno stesso geroglifico dell'alfabeto fonetico. A questo si deve la scelta del geroglifico fonetico "i" adottato per la grafica della casella 28. La casella 30, il geroglifico del Sole, non è visibile in tutte le tavolette da Senet. Si presume che alla rivoluzione religiosa imposta dal Faraone Amenofi IV (XVIII Dinastia 1351-1334 a.C.), che cambiò il proprio nome in Akhenaton ("orizzonte di Aton", Aton=il Sole), tale simbologia sia stata estesa anche al gioco del Senet e poi, dopo la "restaurazione" sia stata soppressa. In particolare, nella redazione di queste istruzioni di gioco si è tenuto conto delle informazioni reperibili nei seguenti preziosissimi volumi: - Bob Brier - L'omicidio di Tutankhamon - Ed.Corbaccio, Milano 1999; - Christian Jacq - Il segreto dei geroglifici - Ed.Piemme, Casale Monferrato (AL) 1997; - McGraw-Hill Interactive - Pyramid, il sogno del Faraone - Ed.Leader Family, 1997; - Regine Shultz & Matthias Siedel - Egitto, la terra dei Faraoni - Ed.Konemann, 1997; - Jean Marie Lhôte - Histoire des jeux de société - Ed.Flammarion, 1994; - Timothy Kendall - Passing Through the Netherworld, Ed.Kirk Company, 1988. |
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ricerca a cura di Marco V. Pogliaghi (C) 2000 - 2020 - tutti i diritti riservati - riproduzione vietata |
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L'Associazione "La Silloge" no profit nasce dall'incontro della Vita, del concreto, con il Sogno, quel necessario sentire dell'Uomo che accende la speranza, esorta l'intelletto e pungola lo spirito. "La Silloge" è un forte punto di riferimento per coloro che si sentono giovani e che vogliano sperimentare la vita attraverso la massima espressione di un'Arte, quella teatrale, che le riunisce tutte. "La Silloge" offre a tutti gli interessati una via intelligente per continuare a esplorare e approfondire, in modo che siano potenziati quei valori assoluti di libertà e di indipendenza dell’Uomo che costituiscono la pietra angolare nella vita di ogni Artista. (M.V.Pogliaghi) Teatro. Inventi. Diventi. |
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