Il Progetto...
Eolian Fairies - The Obsidian Symphony, è un'ambiziosa composizione orchestrale nata dalla mente creativa di M.V.Pogliaghi alla ricerca di melodie incantate e suoni puri. Eolian Fairies nasce da due anni di duro lavoro, ricerca, studio approfondito, orchestrazione, arrangiamento e, diciamocelo, gioia e sofferenza. Perché scrivere musica è come accendersi di speranza e partire per scalare la vetta di una montagna sconosciuta, con in più la frustrazione di non sapere se riuscirai a raggiungerla.
In "Eolian Fairies" ho cercato di trasmettere idee e creare la cosiddetta musica libera, quella musica che non viene costretta come una colonna sonora dentro tempi scenici o incasellata nel pathos scenico che la rappresentazione teatrale o cinematografica deve mostrare. Quando scrivi una colonna sonora sei molto facilitato dalla scena perché non devi fare altro che creare una musica che la sostenga, che la avvolga e la avvolga come un sudario. Anche se non sarà particolarmente bello e sontuoso, resisterà perché il lavoro che dovrà sostenere è di per sé qualcosa che già empaticamente funziona. E la prova è che, salvo rare eccezioni, qualsiasi colonna sonora staccata dal contesto evoca ben poco. Per fare un semplice paragone, se devi fare una cornice della Gioconda, non devi spendere troppo... quattro pezzi di legno grezzo vanno bene. E una cornice senza il suo dipinto è quasi inutile.
Invece, la "musica libera" dovrà resistere e resistere da sola. Deve raccontare una storia, nella sua interezza, senza appigli, senza il supporto morale e materiale di un attore, di una scenografia, di una battuta sagace. E ritrovare tutto questo dentro di sé non è affatto facile. La maggior parte delle volte ci si ritrova a fare i conti con momenti in cui nulla funziona, non gira, non ha il giusto ritmo, il giusto pathos, la giusta dimensione emotiva. E, quando si parla di arte, la cosa più importante sono le emozioni che suscitano. La musica è emozione, un dipinto è emozione, una storia è emozione... insomma, se non traduci la tua arte in emozione, hai miseramente fallito.
Nota: Eolico (o Eoliano) non è riferito interamente a qualcosa di aereo, ma anche e soprattutto alla scala “Eolia” che, in questa composizione, è stata determinante per gran parte dei temi principali. L'ascoltatore attento ed esperto scoprirà che la struttura data ai temi principali è quella tipica e caratteristica della scala Eolia (a volte chiamata erroneamente Eolica), una scala diatonica o minore naturale in cui la successione armonica è TSTTSTT...
))))) ... La musica non viene dai computer, ma dall'autore. Qualcuno pensa che, visto che ormai tutto si fa con i più avanzati software DAW, basti premere quattro tasti per produrre musica e che il computer faccia tutto il resto. Beh, allora vuol dire che dalla fotocamera da 24Mpixel che hai utilizzato esce una bella fotografia! Credere che, se una fotografia scattata con una macchina fotografica ultrapotente sarà senza dubbio una bella fotografia, significa escludere completamente l'artista dalla creazione di un'opera. È il fotografo, la sua capacità di comporre l'immagine, il suo intuito nel catturare la luce, ma anche la casualità, la fortuna e l'ispirazione di un attimo rubato alla vita che rendono bella una foto. E, se va bene per il fotografo, perché dovrebbe essere diverso per il musicista? Perché dovrebbe essere diverso per lo scrittore? O forse qualcuno pensa che un buon romanzo sia tale grazie all'ultima versione di un noto elaboratore di testi?"
First Journey
"First Journey"
è il primo brano di questa avventura musicale. Della
durata di circa 25 minuti vede la presenza di cori di
voci bianche, chitarre acustiche, orchestra e strumenti
solisti. L'avventura inizia tra un temporale e un
incendio con voci umane che intervengono come un rumore,
un sottofondo quasi sofferto che comunica il verificarsi
di qualcosa che sembrerebbe una devastazione. Un rumore
improvviso, come il crollo di una struttura, fa da
anticamera al passaggio successivo dove un volo di
respiri quasi impercettibile accompagna verso un nuovo
giorno costellato dalla presenza di suoni lievi e più
solari. Un cinguettio di uccelli e un accordo maggiore
danno una nuova identità al pezzo, ma subito
l'inquietudine di un forte arco e un ossessivo pizzicato
di viole e violoncelli annunciano il tema cantato dal
pianoforte, una sequenza di cinque toni, un arabesco che
quasi svanisce man mano che passa.
Poi arriva una
sorprendente atmosfera mistica creata dal sapiente tocco
della chitarra classica (suonata da Fabio Del Sordo),
che strizzando l'occhio ai temi betici riporta
l'atmosfera in chiave romantica. L'innegabile passione
che lega un'amicizia tra i due protagonisti della
storia, sembra un dialogo sulle possibilità, sulle
eventualità. Il violino è protagonista e con i suoi
interventi cerca un'apertura nel cuore dell'ascoltatore,
come se volesse accendere una nuova speranza o
rinnovarne una sopita. In breve tempo si tocca una
sequenza cardine in cui i flauti, con un ritmo monotono
ossessivo, annunciano un grido orchestrale, quasi un
inno di battaglia dove voci di fanciullo, percussioni e
ottoni scandiscono insieme il ritmo con forza e con
passione che prelude ad una partenza. Le vele vengono
spiegate, il vento afferra la nave e la spinge lontano
nell'oceano, verso la destinazione sconosciuta. A questo
punto le voci infantili del “Czech Boy Choir”
intonano un sottile inno alla luce, celebrando la
continua lotta contro l'oscurità che l'umanità impegna
quotidianamente. "In Voragine... in Altitudine..." è un
inno alla vita, alla fecondità del pensiero e alla forza
di volontà.
Il tema cardine centrale in cui violini, violoncelli, corni francesi e tre tamburi sostengono un ritmo carico di luce e forza espressiva, conduce all'unica parte in cui la batteria è protagonista. Sembra quasi il preludio ad un brano rock progressive, accentuato anche dalla presenza del basso elettrico che dona profondità al suono. La batteria accentua lo spasmo per far suonare i piatti in contrasto con l'andamento della canzone. Un assolo di violoncello e violino concludono il tema, impegnandosi in una conversazione con un leggero accompagnamento di pianoforte.
Dopo un annuncio dato dagli ottoni, si arriva alla seconda parte in cui flauti e archi si rincorrono esplorando arie che evocano l'incantesimo del viaggio, dei sogni e delle speranze dell'umanità. Gli archi suonati su due accordi dolci, ma insistenti sono intervallati da sincopi che quasi fanno perdere il senso del ritmo e accompagnano, prima un flauto e poi un oboe, fino al fragoroso finale in cui il coro di voci bianche travolge l'orchestra come alla ricerca di un soffio di libertà, un volo in cui il sogno funge da catalizzatore della bellezza e della volontà dell'uomo di riprendersi e ritrovare la propria serenità.
Questa composizione è rispettosamente dedicata alla memoria di Vyacheslav "Slava" Minachev (2008-2021).
Chitarra acustica: FABIO DEL SORDO
Timeline | Episode |
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00:00 | The Fire and the Storm | ||||
01:45 | Eyleen Nadhir | ||||
03:55 | Last Flower of Andimians | ||||
06:33 | The Stargazer | ||||
08:37 | In Voragine... | ||||
10:25 | Riders of Denoridhàn | ||||
13:37 | Little Falhill | ||||
16:49 | Engethaar and Galkhesia | ||||
19:41 | The Obsidian Temple | ||||
22:25 | Eolian Fairies | ||||
Roundaround
I
Tutto inizia con una luce forte, un pizzicato di archi che scandisce ritmicamente il tempo. È l'inizio di "Forever Young", un piccolo ricordo di spensieratezza, semplicità, gioia. Il girotondo che viene richiamato dal titolo di questa composizione è raccontato dal susseguirsi di note che tracciano un tema spensierato, a tratti meditativo e riflessivo. Ora è la viola a regnare incontrastata, alternando momenti fiabeschi a tensioni evidenti, storie antiche e colori nascosti nella memoria.
The Dance of the Bells" è caratterizzato da poche semplici battute nelle quali si fa sentire il suono di campane e campane tubolari affiancato da un pianoforte che viene utilizzato quasi come una percussione cromatica, anche se i suoi bassi sono un solido accompagnamento all'orchestra. Tutto sembra svolgersi con spensieratezza, ma poi il trillo degli archi conduce ad un momento musicale più serale, più riflessivo.
"Winter Words" e in particulare "Snowflakes" raccontano il momento in cui, l'arrivo dell'inverno, il volo dei fiocchi di neve, rallenta il ritmo, attutisce i suoni e invita alla riflessione e al silenzio.
Timeline | Episode |
00:00 | Forever Young |
04:37 | The Secret Path |
05:46 | Mother of Fallen |
07:15 | Dance of the Bells I |
08:32 | Dance of the Bells II |
10:59 | Winter Words |
11:48 | Snowflakes |
Cello Waltz (in Si bemolle minore)
The part "Cello Waltz" è un valzer sinfonico oscuro (si bemolle minore crea un'atmosfera decisamente inquietante). La composizione snocciola un tema primario con sonorità che ricordano ambientazioni della steppa asiatica, vaste terre scolpite dal vento. Protagonista indiscusso è il violoncello, da sempre considerato uno degli strumenti dal suono più caldo e malinconico dell'orchestra. L'infallibile danza dei 3/4 e il controtema che quasi litiga con il tema principale, accompagna visivamente questo pezzo che conduce ad una lunga pausa centrale dove la trama si dirada diventando un'emanazione oscura in cui si mescolano temi invernali e colori primaverili.
L'emozione si trascina poi fino all'ingresso del fagotto che, riprendendo il tema principale, annuncia l'assolo del violoncello. Questa volta, esasperato da un pathos quasi allarmante, rabbioso e teso, il valzer fugge poi verso il brusco, brillante eppur tormentato finale orchestrale che chiude il brano lasciando quasi un senso di incompletezza.
))))) Stavo passeggiando nel parco, quando all'improvviso mi è venuto in mente il tema di questo valzer. Sembrerà una follia, ma per non farmelo scappare corsi a casa canticchiandola e dirigendo l'orchestra nella mia testa vidi i musicisti eseguirla, il violoncellista che ardiva fare l'assolo... entrai in casa e per due giorni e due notti non ricordo se ho mangiato, bevuto o dormito... l'importante era che quel valzer fosse scritto, quelle note magiche provenienti senza dubbio da Dio, fossero fissate sul pentagramma".
Timeline | Episode |
00:00 | Dance of the Fairies |
03:31 | Entwined |
05:27 | The Sorceress of Oythe |
06:52 | The Fairy Son |
09:49 | Perception and Escape |
Ballades
Quattro ballate, con caratteristiche diverse, romantiche, luminose, brillanti e tutte con l'intento di comunicare il sogno. Il brano di apertura è "Ash'a Dwr" (in gaelico, cenere e acqua), che inizia riprendendo il downtempo del brano precedente, ma poi si trasforma riportando i colori della primavera come a dimostrare che l'inverno sfuma al primo raggio di sole. La sobria chitarra di Fabio Del Sordo illumina la scena con note sognanti, e conduce alla 2° traccia della raccolta: "Escape".
Si parla proprio di questo, di una fuga, di una fuga romantica nel vento, durante un passo di danza e quando la delicatezza porta al ritmo scandito dagli archi forti e dal coro dei violoncelli che lentamente svelano un'esplosione in cui le emozioni invadono l' anima e la danza si scatena in una commistione di passione e mistero. Il tutto si conclude con un assolo di viola sognante e toccante, ma piuttosto breve.
"The Kiddish Jokes of Aryna" è una breve ballata, un simpatico 6/8 che sorride alla vita come una ragazzina dispettosa: fagotto, clarinetto e corno inglese si richiamano giocando con il tema principale che viene fuori all'improvviso con un trillo di violini e flauto. Sembra che Aryna, salti da una parte all'altra di un giardino come se stesse inseguendo e giocando con altri bambini.
Infine "Strathgarr
Gigue", un intrigante giga dove violino,
viola e corno inglese dominano il tema con i consueti
battibecchi come a voler prendere il sopravvento gli uni
sugli altri. Almeno, fino all'arrivo delle parti
ritmiche e dell'orchestra che, insieme, danno
insistenza, colore e forza a questa danza sfrenata dallo
spiccato retrogusto gaelico.
Episode | Length |
Ash'a Dwr | 05:40 |
Escape | 05:33 |
The Kiddish Jokes of Aryna | 02:44 |
Strathgarr Gigue | 05:40 |
Mountains
"Mountains" è una composizione interamente dedicata agli alpinisti di tutto il mondo. L'insieme musicale sembra raccontare la preparazione di un'impegnativa scalata, la descrizione di un ambiente montano in cui la montagna stessa scrive la storia degli uomini.
La presenza di voci di bambini, voci soliste e corali del Czech Boys Choir, strumenti orchestrali e solisti come il flauto, il violino, il violoncello e l'immancabile glockenspiel raccontano la storia di questa partenza. Una partenza incerta, piena di dubbi, paure e anche speranze. All'improvviso, però, la presenza decisa dei corni francesi e dei tromboni che, uniti ai timpani e al poderoso rullante, a metà dell'opera sollecitano l'animo dell'alpinista con un crescendo emozionante a continuare, a forzare il passo, a resistere.
Poi, quando le atmosfere cambiano man mano che ci si avvicina alla vetta, la musica si lascia spezzare da nuove emozioni, bloccati nella scelta se proseguire verso la vetta o ripercorrere il sentiero del ritorno. Qui l'artista interviene con un imperdibile tratto finale molto intenso: un 6/8 di batteria (suonata dallo stesso Pogliaghi), e la chitarra elettrica del maestoso assolo di Fabio Paggi. È energia pura.
I due musicisti, che avevano già suonato insieme nel gruppo "Viziodiforma", fondono in questa fase uno straordinario stile progressive che racconta l'anelito alla vetta, al panorama, alla dura palestra di vita che si incontra ogni volta che si raggiunge il Segno posta su ogni vetta, una ricerca che ci porta a ritrovare dentro di noi i limiti della nostra esistenza e le esigenze di risposta a una domanda che solo la Montagna, eterno maestro, custodisce.
Chitarra Elettrica: FABIO PAGGI
Timeline/strong> | Episode |
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00:00 | Living Form | ||||
01:55 | View from The Hill | ||||
03:07 | Physical Magical | ||||
07:01 | Land of The Gods | ||||
10:14 | Carillon of Love | ||||
10:35 | This is the Dreaming | ||||
13:11 | Summit | ||||
Spaceflyers
Il brano conclusivo dell'opera, "Spaceflyers", è dedicato a Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio, e inizia con una combinazione di due accordi ossessivi di pianoforte che scandiscono un ritmo apparentemente stabile sull'arpa celtica. In realtà i due strumenti si intersecano e si innestano nel tema principale dell'intero lavoro, una sequenza di note nostalgiche che già si erano sentite in "Mountains" e "First Journey".
Questo ritmo inquieto e romantico conduce infine al tormentato finale in un crescendo magistrale che sfocia in una miscela di suoni orchestrali e si fonde quasi fino a diventare rumore. Un rumore assordante, una propulsione musicale che spinge gli uomini verso altezze siderali e oltre.
"Avenue of Time" è un pezzo sottile che funge da sipario per l'opera. Sotto l'egida del sintetizzatore, gli strumenti orchestrali appaiono come protetti e accompagnano il tema, dolce ed elevato, verso la conclusione in cui il violoncello racconta per l'ultima volta un tema appassionato. Questo particolare brano è dedicato agli equipaggi del Challenger e del Columbia, da sempre navigatori del cosmo, sognatori dello spazio infinito.
Episode/span> | Length |
Spaceflyers (to Jurij Gagarin) | 07:06 |
Avenue of Time | 04:19 |
Musica Composta,
Orchestrata, Registrata e Masterizzata
M.V.POGLIAGHI
Chitarre Acustiche
FABIO DEL SORDO
Chitarre Elettriche
FABIO PAGGI
Voci Bianche e Soliste
THE CZECH BOY CHOIR
Software & Hardware
Steingberg Cubase Pro - Alesis
DM10 Drums - Apple Computers - EastWest Quantum Leap
Piano Platinum - EastWest Symphonic Choir - EastWest
Play - Halion 6 - Halion Symphonic Orchestra - Halion
Planet - KRK Rokit Speakers - Kontakt Player - Mackie
Control Pro - Mackie ProFX Mixer - Native Instruments
Arkhis - Native Instruments Symphony Series - Spitfire
Cello Solo - Spitfire Solo Strings - Spitfire Stradivari
- Roland ED - Steinberg Glockenspiel - Virharmonics
- Vic Firth
Grazie !
Per la parte
tecnica: Desidero ringraziare
davvero gli amici ovunque siano, che mi hanno dato
consigli importanti e mi hanno supportato durante la
realizzazione di questo progetto. Poi desidero
ringraziare Matthew (at Native Instruments),
Lynn (at Spitfire),
Esteban (at Apple),
Heinrich (at
Steinberg) per l'assistenza, gli aggiornamenti e
l'implementazione del software. Si ringrazia lo
Staff Jamendo e
SafeCreative per
le cordiali risposte ai numerosi quesiti tecnici
sorti durante l'uscita degli album "single-track".
Per la parte
umana: Un enorme 'grazie' a Ennio Generoso (migliore
amico),
Fabio Paggi (electric
guitar), Fabio Del Sordo (achoustic guitar),
Lorenzo
Casati (Dolmen Studio), persone molto
spontanee che mi hanno dato preziosi consigli . Un
grande ringraziamento, anche se un po' addolorato,
ai Minachev, per
avermi permesso di dedicare con orgoglio "Primo
Viaggio" al loro piccolo e sfortunato figlio
Slava: "... abbiamo provato a farlo
restare, ma dopo tutto, certi Angeli, non sono fatti
per stare così a lungo sulla Terra: sono fatti per
dimorare, per sempre, nel nostro Cuore!" Se vuoi
conoscere la Sua storia clicca sul Suo nome: ti do
solo il link al motore di ricerca, nient'altro. Il
silenzio è giusto! Il silenzio è meglio!
Ultimo,
ma non meno importante, un ringraziamento davvero
speciale e di cuore al mio "fratellino di Vetta"
Federico M. che
per me è sempre un punto di riferimento stimolante e
pieno di speranza.
Ultimo, ma non meno
importante, grazie a Te, Dio, per avermi permesso di
vedere la bellezza nelle grandi e soprattutto nelle
piccole e invisibili opere della Tua creazione.