Glossario
Lemma | Significato |
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aki | Autunno |
bakufu | (Lett. "governo tenda"). Termine con il quale si indica il governo militare degli shōgun. |
bashō | Albero di banano. Pseudonimo assunto da Jinshiro Munefusa Matsuo, in quanto tale pianta cresceva nel giardino della sua abitazione. Matsuo Bashō (1644-1694) è in assoluto il più celebrato autore di haikai. |
bunjin | (Lett. "uomo di lettere"). Con tale termine si indica una categoria di uomini colti, ammiratori della cultura cinese, ma con produzioni anche in giapponese. Si dedicavano alla letteratura alla pittura ed alla poesia. Non erano legati ad alcuna scuola o corrente e frequentavano circoli artistici molto esclusivi. |
chōka | (Lett. "poesia lunga"). In
giapponese, una composizione con metrica 5-7, 5-7, 5-7, ..., ..., 7-7 sillabe. I chōka sono spesso accompagnati
da hanka che ne compendiano il
contenuto. |
chōnin | (Lett. "uomo di città"). Strato sociale urbano commerciale che si configurò a partire dal XVI secolo, sia nelle città che nelle città-castello alla diretta dipendenza di un daimyō. Il termine chōnin copre una vasta area di categorie: artigiani, commercianti, medici, negozianti, etc. |
daimyō | (Lett. "grande nome"). Tale termine inizialmente designava solo un grande proprietario terriero. A partire dal XII secolo passò ad indicare il capo di una casata aristocratica militare, proprietario di vaste terre ed al comando di un esercito personale. |
Edo | L'attuale Tokyo. Fu la capitale politica del Giappone fino al 1867 (dinastia Tokugawa). Con la restaurazione Meiji del 1868, Edo cambiò nome in Tokyo. |
fuyu | Inverno |
haijin | Compositore di haiku |
haikai | Forma poetica di 17 sillabe sullo schema 5-7-5 sorta nel periodo Tokugawa (1600-1867). Massimo esponente fu Matsuo Bashō. Dall'evoluzione di tale forma poetica è nato lo haiku. Non vi è una netta distinzione fra haiku, haikai e hokku (Lett. "verso che inizia"), ed in genere oggi haiku li ingloba tutti. |
haikairenga | |
haikaishi | Compositore di haikai |
haiku | Forma poetica consistente in 17 sillabe con metrica 5-7-5. Deve contenere un kigo (riferimento ad una delle quattro stagioni). Derivato dallo haikai, si sviluppò nel periodo Tokugawa ed ebbe Matsuo Bashō quale massimo esponente. Il termine haiku, nella moderna accezione di verso a sé stante, cioè autonomo e non più come parte iniziale di un componimento, è stato così definito da Masaoka Shiki, critico letterario, solo nel XIX secolo. |
hanka | (Lett. "poesia che ripete") Versi sul metro del tanka che compendiano o ripetono il tema nel chōka. |
haru | Primavera |
hokku | (Lett. "verso che inizia"). Parte iniziale di un renga formata da 5-7-5 sillabe. Matsuo Bashō separò questi tre versi iniziali dal resto della composizione dando vita ad un componimento a sé stante e ben definito. |
kami no ku | Emistichio superiore di un tanka (5-7-5 sillabe). Nel renga è chiamato hokku |
Kantō | (Lett. " a est della barriera"). Regione che attualmente comprende le prefetture di Tokyo, Chiba, Saitama, etc. Anticamente si estendeva a oriente sino alla barriera di Ōsaka (Ōsaka sekisho), da non confondere con la città di Ōsaka. Tokugawa Ieyasu vi stabilì la sua capitale Edo, agli inizi del XVII secolo. |
Kigin, Kitamura Kigin | (1624-1705). Studioso di classici e poeta di waka e haiku del primo periodo Tokugawa. Scrisse commentari ai classici. |
kigo | Riferimento stagionale. Può indicare una pianta, un fiore, un astro, un animale, un evento atmosferico, una festività etc. Tutto ciò che permetta l'identificazione specifica di una stagione e quindi il collocamento temporale della composizione. In Giappone esiste lo Saijiki o "Antologia delle Quattro Stagioni", che raccoglie ogni tipo di kigo e la relativa descrizione. |
kireji | (Lett. "termine che taglia"). Parola-cesura che sospende il discorso poetico creando una pausa. Non esiste un corrispettivo nelle lingue occidentali. Può essere reso con un trattino od un altro segno di interpunzione ed ha la funzione di portare il lettore a trovare il collegamento tra le due parti del poema. Alcuni esempi di kireji sono: ya, kamo, kana. |
ku | Verso, stanza, emistichio. Può indicare sia un singolo verso che un gruppo di versi. Nel renga si indica con ku la parte che ogni poeta compone in successione. |
Kyōrai, Mukai Kyōrai | (1651-1704). Poeta di haikai e discepolo di Bashō, del quale curò molte opere, tra cui la più famosa collezione della scuola "Sarumino". |
Man'yōshū | "Raccolta di diecimila foglie" oppure "Raccolta di diecimila generazioni". La più antica collezione poetica in giapponese giunta sino a noi. E' un'antologia privata. Consta di 20 parti comprendenti 265 chōka, 4.207 tanka, 62 Sedōka. Si divide in tre categorie: miscellanea (zōka), poesie d'amore (sōmōka) ed elegie (banka). Le poesie che comprende datano dal '600 al '759. |
Meiji | (Lett. "governo illuminato"). Nome scelto dall'imperatore Mutsuhito al momento dell'ascesa al trono e che corrisponde ai suoi anni di regno Meiji ishin (1892-1912). |
Meiji ishin | "Restaurazione" o "Rinnovamento" Meiji, cioè movimento che portò nel 1867 alla caduta dello shōgunato Tokugawa dopo 265 anni di governo ed al ripristino dell'autorità imperiale. In tale occasione Edo, assunse il nome di Tokyo e cioè "capitale orientale" |
Minamoto | Grande famiglia di origine imperiale, che si sviluppò nel Kantō, protagonista assieme ai Fujiwara, Taira e Tachibana, della vita politica e culturale del paese nei secoli VII-XIV. Conosciuta anche come Genji ("famiglia di Minamoto"), dalla lettura sino-giapponese del nome. Tra il 1180 e il 1185 combatté contro i Taira per il predominio del paese e diede inizio al bakufu di Kamakura ed al periodo che prende il nome dalla località del suo quartier generale (Kamakura, 1185-1333). |
natsu | Estate |
onji | Segni grafici dell'alfabeto giapponese |
renga | (Lett. "Poesia a catena"). Genere
che si sviluppò a partire dal XII secolo, in un primo tempo come passatempo e
successivamente come arte. Più poeti (in genere tre ma poteva anche verificarsi il
caso di un unico autore) componevano a turno il
kami
no ku (o emistichio superiore, 5-7-5 sillabe), e lo (ved.)
shimo no ku (o emistichio inferiore 7-7
sillabe), fino a formare un renga di cento
ku. |
rizoku no hō | La via per sfuggire alla banalità. |
sabi | Termine non traducibile con un'unica parola. Concetto fondamentale per Bashō, indica la bellezza della solitudine, della calma e del passato. E' il tempo che scorre. Il continuo mutamento. Può indicare abbandono o raffinatezza. Kyōrai, lo definisce "il colore del verso". E' l'elemento che equilibra lo haiku, conferendogli quell'atmosfera quasi malinconica, mai né troppo cupa né troppo gioviale. |
Saijiki | "Antologia delle Quattro Stagioni" Dizionario completo esistente in Giappone dei riferimenti stagionali o kigo che possono essere utilizzati per la stesura di uno haiku. Tale Antologia è vastissima ed è stata sempre aggiornata col passare del tempo, include innumerevoli voci, descrivendo ogni tipo di kigo molto dettagliatamente. |
Saikaku, Ihara Saikaku | (1642-1693). Poeta e scrittore chōnin nato a Ōsaka. Il primo scrittore a trattare del mondo dei mercanti e della gente comune. E' famoso anche per il grande numero di versi che riuscì a comporre durante gare pubbliche: nel 1677 ne scrisse milleseicento in ventiquattro ore. Quei versi furono poi pubblicati con il titolo "Haikai ōyakazu" (Un grande numero di haikai). Nel 1680 riuscì a scriverne addirittura quattromila (Ōyakazu, 1681) |
samurai | Termine che indica l'aristocrazia guerriera del Giappone premoderno, formatasi nelle province sin dal X secolo, e detentrice del potere effettivo dal tardo XII secolo sino alla Restaurazione Meiji nel 1868. Durante il periodo Tokugawa i samurai assunsero generalmente funzioni burocratico-amministrative. |
satori | "Illuminazione". Concetto base del Buddismo. Nella terminologia del Buddhismo-Zen, l'acquisizione di una nuova angolazione per addentrarsi e comprendere l'essenza delle cose, cioè, "l'illuminazione improvvisa" raggiunta tramite l'aiuto del maestro. |
sedōka | Tipo di waka con metrica 5-7-7, 5-7-7. Si trova principalmente nel Man'yōshū |
shimo no ku | Emistichio inferiore di un tanka (7-7 sillabe) |
shōgun | Carica militare (talvolta resa con
"generalissimo" dalla forma completa seiitaishōgun = generalissimo inviato a sottomettere i
barbari), che in origine era data ai capi militari inviati nelle province del Nord a
sconfiggere le tribù ribelli degli Emishi. Quando
Minamoto no Yoritomo nel 1185 vittorioso sui
Taira stabilì il proprio governo militare (bakufu)
a Kamakura, prese il titolo di shōgun (1192) che divenne ereditario. |
Shōhaku | (1443-1573) Monaco e poeta di waka e renga partecipò a due famose sequenze di renga: "Minase sangin nanihito hyakuin" (Cento stanze di tre poeti a Minase), e "Yunoyama sangin hyakuin" (Cento stanze di tre poeti a Yunoyama), insieme a Sōgi e Sōchō. |
shōryaku | (Lett. "omissione"). Indica la tecnica del salto, sul piano grammaticale o logico, di termini altrimenti necessari in un linguaggio di prosa, al fine di stimolare fantasia e reazioni nel lettore. |
Sōchō | (1448-1532). Monaco e poeta di renga. Partecipò con Shōhaku e Sōgi alle due più famose sequenze di renga : "Minase sangin nanihito hyakuin" (Cento stanze di tre poeti a Minase), e "Yunoyama sangin hyakuin" (Cento stanze di tre poeti a Yunoyama). |
Sōgi, Iio Sōgi | (1421-1502). Di oscure origini divenne il più famoso autore di renga. Autore di testi critici e di antologie, è ricordato in modo particolare per tre famose sequenze di renga: due con Shōhaku e Sōchō "Minase sangin nanihito hyakuin" (Cento stanze di tre poeti a Minase), e "Yunoyama sangin hyakuin" (Cento stanze di tre poeti a Yunoyama), nonché una sequenza personale: "Sōgi dokugin nanihito hyakuin" (Cento stanze di Sōgi soltanto). |
tanka | (Lett. "poesia corta"), E' formata da cinque versi con metrica 5-7-5-7-7, per un totale di 31 sillabe. Assieme al chōka, genere principale della poesia giapponese waka. Dopo il Man'yōshū, tanka e waka divennero sinonimi. |
Tokugawa | Casata di guerrieri del Kantō. Il capostipite Ieyasu conquistò il potere nel 1600 e proclamato shōgun nel 1603 diede inizio allo shōgunato che durò fino alla restaurazione Meiji nel 1868. Dal 1603 al 1868 quindici Tokugawa si susseguirono al potere. |
wabi | E' un termine non traducibile con un'unica parola ed è uno dei concetti fondamentali del Buddismo-Zen. Indica una ricchezza spirituale opposta ad un atteggiamento materialistico, una fuga dall'appariscente, un'attitudine di quiete e di modestia, al fine di permettere all'anima di cogliere la più profonda e lineare bellezza delle cose semplici. |
waka | (Lett. "poesia giapponese"). In senso lato la poesia scritta in giapponese per differenziarla da quella in cinese; in senso stretto, tutta la produzione poetica giapponese precedente al renga e quindi al chōka, sedōka e tanka. Alla fine identificata con il tanka (con lo schema sillabico 5-7-5-7-7). |