Masaoka Shiki

(1867-1902)

 

 

Masaoka Shiki, vero nome Tsunenori, nasce a Matsuyama, nello Shikoku settentrionale. Rimasto orfano di padre, un samurai di bassa casta, ancora bambino viene iniziato dal nonno allo studio dei classici cinesi. Successivamente si trasferisce a Tokyo per completare la propria educazione, dove conduce una vita molto attiva dal punto di vista culturale, rivelando la sua natura di grande leader.
Intorno ai vent’anni si ammala di tubercolosi. Assunse lo pseudonimo di Shiki a seguito di un’emorragia cagionata dalla propria malattia riferendosi ad un’antica leggenda secondo la quale il cuculo (in giapponese hototogisu), canta fino a sputare sangue.

Shiki, che si era iscritto al Dipartimento di giapponese dell’Università Imperiale di Tokyo, decide di non proseguire gli studi, ma di dedicarsi alla letteratura ed iniziò a comporre haiku e tanka. Nel 1892 inizia a collaborare con il giornale "Nihon", sul quale appaiono suoi articoli estremamente aggressivi circa lo stato in cui versa la poesia giapponese e lo haiku in particolare.

Nel 1897 fonda la rivista "Hototogisu" (Il cuculo) organo fondamentale del rinnovamento della letteratura promosso da Shiki. Malgrado la malattia, Shiki rimane attivissimo fino a pochi giorni prima della sua morte, avvenuta a soli trentacinque anni. I suoi componimenti, rivelano il suo grandissimo attaccamento alla vita, nonché lo stoicismo e la serenità con cui ha saputo affrontare le sofferenze causate dalla malattia.

Ma in cosa consiste esattamente il "grande innovamento" di Shiki?

Innanzitutto va ricordato che con Kobayashi Issa lo haiku aveva raggiunto il suo punto apicale, infatti dopo Issa i contenuti di tale componimento vennero molto sviliti, distaccandosi sempre più dalla realtà quotidiana. Considerato da molti "quasi un gioco di parole" lo haiku era giunto a ricoprire un ruolo di secondo piano nel panorama letterario dell’epoca, appoggiandosi a modelli ormai non più consoni alla realtà attuale del paese, che iniziava ad aprirsi all’Ovest.

Shiki vive a pieno il periodo della Restaurazione Meiji (1868-1912) durante la quale i canali del dialogo fra est ed ovest si riaprono, dando ovviamente una forte scossa alla tradizione. E’ il primo grande autore di haiku a vivere nel mondo industrializzato.

Ispirandosi anche ad ideali artistici e letterari occidentali, Shiki rivisita lo haiku ormai atrofizzato e, praticamente sentenziandone lo "stato di morte", lo porta a nuovi onori e splendori, fautore del ritorno di tale componimento al suo autentico spirito realistico.

Il suo merito primario fu quello di iniziare la critica letteraria dell’epoca, mirando ad includere haiku e waka nella letteratura, scontrandosi con il pensiero dei poeti di haiku di quel periodo, secondo i quali i criteri usati per quest’ultimo non potevano essere applicati a nessun altro genere letterario. A questo proposito citiamo un estratto di un suo articolo ("Haikai taiyō", Sullo haikai), comparso sulla rivista Nihon nel 1895, che sancisce le basi delle teorie di Shiki e della sua "rivoluzione" in ambito letterario:

' ' ...Lo haiku è parte della letteratura e la letteratura è parte dell’arte. Così i criteri per la sua bellezza sono i criteri per la letteratura, e i criteri per la letteratura sono quelli per lo haiku...' '

Shiki ribadisce lo stesso concetto anche per il waka, andando quindi contro corrente e rimettendo in discussione l’autorità delle scuole tradizionali.

Il manifesto di Shiki era in sintesi "Rispettare la poesia, non il poeta".

Da qui i suoi attacchi e le critiche a Bashō (ad esempio "Bashō Zatsudan"- Chiacchiere su Bashō, articolo apparso sempre sulla rivista Nihon), che secondo Shiki non ricopre un posto di preminenza, in quanto troppo legato a cogliere le bellezze della natura evocando l’assoluta armonia dell’uomo con essa e mantenendo invece una attitudine passiva verso la vita quotidiana, e la sua conseguente proposta di Buson quale modello ideale: legato alla realtà con raffinatezza, libero dalla tradizione, incisivo, pieno di colore, che tratta la vita della gente sempre tramite i sentimenti e non la forma. Inoltre Buson aveva usato anche termini cinesi nei suoi scritti e questo costituiva per Shiki un segnale di "rinnovamento" del linguaggio.
Il rinnovamento del linguaggio è per Shiki fondamentale, infatti dichiara apertamente l’accettazione di termini occidentali nella composizione dello haiku, purché adatti allo spirito di tale componimento.

La riforma dello haiku per Shiki passa tramite un termine particolare : "shasei" , che significa "ritrarre la vita", descrivere la vita proprio come ti appare, catturare una precisa immagine che possa comunicare la tua visione. Il concetto di "shasei" viene applicato da Shiki anche alla prosa ed al tanka (come abbiamo visto infatti a lui si deve non solo la rivalutazione dello haiku, ma di tutta la poesia giapponese).

Gli haiku di Shiki, pur essendo molto realistici, trasmettono la visione della bellezza nelle cose.

Abile a cogliere prospettive inusuali di descrizione, con la limpidezza e la maestria di un tocco sempre lucido, realistico e vibrante, Shiki rende un’istantanea del momento descritto, non di un attimo prima né di un attimo dopo, ma proprio di quel determinato momento, cogliendone tutte le sfumature ed i misteri.

Masaoka Shiki fu il primo ad utilizzare e sancì definitivamente la moderna accezione del termine haiku, intenso quindi come un componimento a se stante e completamente autonomo, cioè distinguendolo totalmente dallo hokku, parte iniziale di un renga.

Con Shiki nasce quindi "lo haiku moderno".

Il via dato da Shiki ha aperto nuove porte alla ricerca di nuovi stili per la composizione dello haiku, tra le quali il "verso libero", ma egli si mantenne comunque sempre fedele alla tradizione dello haiku, rispettando la metrica 5-7-5 (violata raramente già in passato da Bashō) e l’inclusione del kigo e del kireji.

Scrisse migliaia di haiku ed ebbe molti seguaci che si riunirono attorno alla rivista da lui fondata "Hototogisu" e le personalità dei suoi due allievi di maggior spicco Kawahigashi Hekigodō (sostenitore del verso libero) e Takamana Kyōshi (tradizionalista), hanno dato inizio a queste due correnti contemporanee. Attualmente in Giappone quest’ultima è la più forte, trovando modo di esprimersi anche attraverso i più importanti quotidiani nipponici.

Critico, saggista, giornalista, corrispondente dal fronte nella guerra sino-giapponese, magistrale compositore di haiku, Shiki costituisce un punto di svolta nella storia della letteratura del proprio paese e lascia un’eredità teorica fondamentale per quello che sarà lo sviluppo della poesia in Giappone negli anni a venire. Non cercò appoggi politici di nessun genere, ma scrisse sempre con grinta e fierezza, che si manifestarono nella forza della sua critica e nella limpidezza del suo stile. Non inventò nulla di nuovo a livello di forma poetica, ma i suoi scritti misero in evidenza il potenziale creativo che poteva assumere la critica letteraria, ponendo le basi per un cambiamento dei valori.

LE OPERE

Tra le molte opere di Masaoka Shiki ricordiamo:

Dassai sho-oku haiwa (1892 saggio)
Bashō Zatsudan (1894)
Haikai taiyō (1895 saggio)
Haijin Buson (1897 saggio)
Bokujo Itteki (1901)
Gyōka-Manroku (1902)

 

PROPOSTA DI LETTURA

Vi proponiamo ora alcuni haiku di questo grande Poeta:

Ku TraslitteratoTraduzione
Sunahama ni
Ashiato nagaki
Haruhi kana
sulla spiaggia di sabbia,
impronte: lungo è il giorno
di primavera
Sanjaku no
Niwa wo nagamuru
Haruhi kana
giorno di primavera:
si perde lo sguardo in un giardino
largo tre piedi
Haru no yo ya
Tsuma naki otoko
nani wo yomu
nella sera di primavera
quale lettura per l’uomo
senza compagna?
Fune to kishi
Yanagi hedatsuru
Wakare kana
tra la barca e la riva
a separarci si alza
un salice
Bara wo miru
me no tsukare ya
yamiagari
convalescenza:
stancarsi gli occhi
contemplando le rose
Hitori iru
Henshūkyoku ya
Satsukiame
pioggia di prima estate:
nella redazione,
io sono solo
Kumo no mine
Shirao minami ni
Muragareri
torri di nubi:
verso sud volano
vele bianche
Nimon nagete
tera no en karu
suzumi kana
due monete in offerta.
e in prestito la frescura
della veranda del tempio
Fuwa-fuwa to
naki rei koko ni
kite suzume
lievi, lievi
spiriti dei morti, venite qui
e rinfrescatevi
Sabishisa ya
Hanabi no ato no
Hoshi no tobu
solitudine:
i fuochi d’artificio che fioriscono –
dopo, cade una stella
Namagusaki
Gyoson no tsuki no
Odori kana
villaggio di pescatori:
al chiaro di luna si balla
nel profumo del pesce crudo
kaki kui no
hokku suki to
tsutau beshi
di me scrivete
che ho amato i versi
e i kaki
Akikaze ya
ikite aimiru
nare to ware
vento d’autunno:
viviamo, e ci guardiamo l’un l’altra,
tu ed io
Hikuku tobu
aza no inago ya
hi no yowari
sull’argine tra le risaie
vola bassa la cavalletta
nel sole che muore
ki no kage ya
waga kage ugoku
fuyu no tsuki
ombre d’alberi –
e la mia ombra che si muove
nella luna invernale
Ganjitsu wo
Tenchi wagō no
Hajime kana
capodanno:
tra cielo e terra
inizio d’armonia
Hatsugoyomi
Gogatsu no naka ni
Shinu hi ari
nuovo calendario:
nel mese di maggio vedo
il giorno della morte