Kobayashi Issa
(1763 - 1827)
Kobayashi Nobuyuki, noto anche come Kobayashi Yataro , assunse nel 1793 il nome con il quale è oggi noto in tutto il mondo: Issa.
Issa nacque a Kashiwabara, nella provincia di Shinano nel 1763 e ivi morì nel 1827 dopo una vita molto travagliata e costellata di grandi sventure familiari.
La sua era una famiglia di agricoltori, ma, rimasto orfano di madre alletà di due anni, subì continue vessazioni da parte della matrigna. Per questo motivo, ed a causa della sua indole solitaria nonché dellottima attitudine allo studio, alletà di tredici anni fu mandato dal padre a Edo (lattuale Tokyo), dove studiò poesia con Norokuan Chikua.
Dopo essere ritornato una prima volta al suo paese natale nel 1791, Issa inizia una serie di viaggi per il Giappone, in un certo qual modo sullo stile di Bashō. Tali viaggi lo portarono a visitare molte città, tra le quali Kyoto, Osaka, Nagasaki e molti altri luoghi del Giappone Occidentale. Nel 1798 pubblica a Edo i suoi diari di viaggio.
I suoi scritti riscuotono un notevole successo e la sua fama cresce nel mondo letterario, portandogli anche parecchi discepoli, ma malgrado tutto Issa continuò a vivere in povertà, sostenendosi economicamente solo con laiuto di benefattori.
Intorno al 1810 torna definitivamente a Kashiwabara, godendo della reputazione di grande autore di haiku. Si sposa con una giovane del luogo, che gli dà quattro figli, ritraendola con amore e delicatezza nei propri versi. Purtroppo questa parentesi di felicità si rivela molto breve: i suoi figli muoiono tutti in tenera età ed egli rimane vedovo. Decide di risposarsi una seconda volta, ma viene abbandonato dalla moglie. La terza moglie gli sopravvive, dando alla luce una bambina pochi mesi dopo la morte improvvisa del Poeta.
Da tutti considerato il terzo grande autore di haiku, Issa scriveva usando un linguaggio molto particolare, a volte anche umoristico e dialettale, intriso delle "parole quotidiane" usate dalle gente semplice. Nei suoi haiku il Poeta si avvicina a tutto quanto "è piccolo e di poca importanza per i più".
Povero ed amico dei poveri, il lirismo di Issa raggiunge "lispirazione" che solo Bashō aveva toccato. E le tristi esperienze della propria esistenza, portano i suoi versi ad avvicinarsi allo stile "decadente" (nda: molto simile alla poetica di Giovanni Pascoli). Anche se non sempre il verso di Issa riesce a sfuggire alla dolcezza del lamento o alle trappole "crepuscolari", ha in sé la straordinaria capacità di trascendersi, trasformando la propria debolezza in una estrema forma di limpidezza, che lo salva dalla retorica e compie il miracolo delloriginalità del suo stile: una voce che canta con toni aerei, arcani e puri.
A differenza di Buson, gli scritti si Issa sono "la negazione di ogni estetismo". La magnificenza della luna che si eclissa e dei meravigliosi fiori di pruno, che avevano segnato per secoli la letteratura giapponese con Issa scompaiono. Egli si rivolge al mondo delle piccole cose viventi: lumache, passeri, grilli, lucciole, zanzare, rane, bambini La sua voce canta la bellezza dove egli la vede: nelle cose di ogni giorno, nella dolcezza e nella tristezza della vita quotidiana, negli esseri più piccoli che la natura ha voluto regalarci, nei gesti comuni, in una parola, in tutto quanto è non appariscente.
Issa pertanto è uneccezione nel panorama letterario del Giappone che alla fine del XVIII secolo ed agli inizi del XIX teneva in ben poco conto la realtà quotidiana della vita contadina. Fu lunico a scrivere di tale realtà come veramente essa si presentava, non limitandosi a guardarla con gli occhi di un viaggiatore: linverno portava freddo e gelo, la neve dunque non era un "abbellimento paesaggistico" ed il suo vissuto familiare lo spinse a scrivere versi riferiti al proprio paese natio come in realtà era, cioè uno scenario non idilliaco.
Con il lirismo di Issa, che per i giapponesi resterà colui che ha cantato il destino e labbandono, inimitabile e senza maestri né discepoli, lo haiku classico raggiunge il suo punto darrivo. Infatti, negli anni a seguire, pian piano perse di originalità allentando i legami con la vita quotidiana ed entrando in crisi.
Per vederne la rinascita, si dovrà attendere la fine del XIX secolo, quando sulla scena letteraria giapponese, farà la sua comparsa il giovane critico Masaoka Shiki.
LE OPERE |
Tra le molte opere di Kobayashi Issa ricordiamo:
Shichiban nikki | Il settimo diario, 1810 |
Hachiban nikki | L'ottavo diario |
Chichi no shūen nikki | Diario per la morte di mio padre, 1801 - in Prosa |
Oragaharu | La mia primavera, 1819 collezione di versi legati da brevi passaggi in prosa |
PROPOSTA DI LETTURA |
Di questo Grande Maestro proponiamo i seguenti haiku...
Ku Traslitterato | Traduzione |
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Ware to kite Asobeya oya no Nai suzume |
Vieni a giocare con me, orfano passerotto |
Kore ga maa Tsui no sumika ka Yuki goshaku |
E questa la mia dimora definitiva? Un metro e mezzo di neve |
Furusato wa Hae made hito o sashini keri |
Nel mio villaggio persino le mosche pungono |
Kano momo ga Nagare kuru ka yo Haru-gasumi |
Mi recherà qui un pesce il fluire del ruscello? Brume di primavera |
Harusame ya Nezumi no nameru Sumida-gawa |
Pioggerella primaverile- lecca, un topolino, il fiume Sumida |
Yase-gaeru Makeru na Issa Koko ni ari |
Ranocchietto ossuto, non lasciarti sconfiggere! Issa è qui, a incoraggiarti |
Oi nureba Hi no nagai ni mo Namida kana |
Più numerose le primavere più i lunghi di' recano lacrime e lamenti - |
yuki tokete mura ippai no kodomo kana |
la neve si scioglie: nel villaggio frotte di bambini |
kado-gado no geta no doro yori haru tachinu |
ad ogni cancello la primavera comincia dal fango sui sandali |
yo no naka ya chō no kurashi mo isogashiki |
in questo mondo, frenesia anche nella vita della farfalla |
yo no naka wa jikoku no ue no hanami kana |
in questo mondo contempliamo i fiori; sotto, linferno |
nete okite ō-akubi shite neko no koi |
si sveglia e sbadiglia, il gatto; poi, lamore |
tsuki hana ya shijūkunen no muda aruki |
luna e fiori: quarantanove anni camminati invano |
u no hana ya kami to kojiki no naka ni saku |
tra dio e il mendicante sboccia il fiore di u |
ōbotaru yurari yurari to tori keri |
in un frullo si libra la grande lucciola |
nomi no ato sore mo wakaki wa utsukushiki |
giovinezza: rende bello persino i morsi della pulce |
nomidomo mo yonaga darō zo sabishi karo |
Anche per le pulci è forse lunga la notte e solitaria |
aki no kaze kojiki wa ware wo mikuraberu |
vento dautunno: a sé mi paragona con gli occhi il mendicante |
tsuyu no tama hitotsu hitostu ni furusato ari |
Perle di rugiada: in ognuna vedo il mio villaggio |
shubui toko haha ga kuikeri yama non kaki |
kaki di montagna: è la madre a morderne le parti più aspre |
hatsuzora wo ima koshiraeru kemuri kana |
un filo di fumo disegna adesso il primo cielo dellanno |